14.11.2021, Un’appetitosa pastasciutta

    Nell’ambito dell’attività venatoria delle Valli degli anni ’70, la squadra di Ponteacco godeva di una certa notorietà. Capitanata per molto tempo da Sergio Mattelig, la squadra si distingueva anche per il rigore morale dei suoi membri. Sembrerebbe un controsenso, ma erano rispettosi della natura e delle complesse disposizioni che regolavano e regolano tutt’ora quell’attività. Non esisteva bracconaggio, raramente qualcuno posizionava trappole e lacci, pur non essendo proprio tutti degli stinchi di santo. La squadra si riuniva il sabato e stabiliva i percorsi da seguire il giorno dopo, tra i boschi a ridosso del paese, dalle Makota al confine con la riserva di Savogna. Succedeva che durante qualche battuta, l’esito era negativo e per i 10 cacciatori del paese iniziavano le operazioni di rientro verso le proprie case. Molto spesso vinti da un appetito lancinante, si ritrovavano a Pechinie per uno spuntino. La borgata, divisa al tempo tra Superiore e Inferiore, oggi è tristemente disabitata. In quei tempi c’era un’osteria, che apriva quando c’era gente. Più volte è capitato che il gruppo, ai piedi dell’edificio, gridasse: «Maria, pui dol ki nam skuhas pastu (Maria vieni giù che ci prepari la pasta» e lei: «A ja, nìaman nič … /sì, ma non ho niente…)». Erano tutte scuse. Maria scendeva, apriva l’osteria e preparava gli spaghetti con un sugo molto “originale”: due scatolette di carne Simmental e un po’ di conserva di pomodoro. Oggi farebbe venire i brividi, ma in questi tempi, per i nostri dieci affamati era un’autentica delizia.

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