La cava di Ponteacco ha avuto due distinti periodi di funzionamento. Il primo era a cavallo della I Guerra mondiale, quindi dal 1907 al 1915, mentre il secondo era compreso tra il 1944 e il 1952, anno di chiusura dell’impianto. Era molto faticoso il lavoro degli operai nel corso del primo periodo: lavori manuali, spostamento di enormi quantità di materiale con l’uso di rudimentali mezzi di trasporto. La marna era convogliata su due distinte tramogge che facevano affluire il prodotto all’altezza dell’odierno Hotel Natisone. Si aprivano le saracinesche e in pochi minuti si riempivano i tre o cinque vagoncini della linea ferroviaria Caporetto-Cividale. Molto più articolata era l’organizzazione del lavoro durante il secondo periodo. C’era un luogo d’accesso all’impianto dove gli operai erano identificati, timbravano il cartellino e ricevevano gli ordini di lavoro. Per l’estrazione della marna si utilizzavano le cariche esplosive che erano ben conservate in una costruzione non distante dalla palazzina d’accesso. Forti boati scandivano il trascorrere della giornata ed in una delle tante esplosioni rimase gravemente ferito Carlo Coren, padre di Elio: un incidente sul lavoro con esito irreversibile in quanto una roccia piuttosto grossa lo colpì alla schiena causandogli lesioni che in poco tempo lo portarono alla morte…