Per “piramide della popolazione” si intende la rappresentazione grafica della struttura della popolazione residente in uno Stato, oppure in una regione o paese. Il grafico riassume le varianti suddivise per criteri d’età e sesso, mentre la sua forma dipende dall’andamento demografico con una base costituita dai giovanissimi e un’altezza da centenari. La piramide è costituita da un gradino della durata di cinque anni, diviso da una linea verticale dove a destra sono rappresentati i dati dei maschi e a sinistra quelli delle femmine. Facendo due esempi, un Paese con molti giovanissimi avrà la base larga; la piramide bosniaca vedrà la mancanza degli attuali cinquantenni maschi deceduti nel conflitto di trent’anni fa. Applicato questo criterio a Ponteacco, cosa che tutti posso fare dotandosi di matita, gomma e foglio bianco, si può constatare che oggi la piramide ha una base stretta (pochi nati), una dilatazione verso il centro che sfuma verso l’alto, degrada verso la cima a dimostrazione che in paese risiedono numerosi anziani. È ben evidente la rarefazione dei quarantenni-cinquantenni, dovuta alla grande fuga dei nati negli anni Ottanta, un decennio tragico per la storia della nostra demografia. Quanti (e perché) sono i giovani d’allora che hanno preferito vivere altrove? È una domanda molto interessante alla quale tutti noi, al momento, possiamo dare la sola risposta grafica.