Eugenio Bait era conosciuto da tutti con il diminutivo di “Genio”. Padre di Oreste e Rosanna, nonno di Tonino e Claudia, è ancora ricordato dalle persone meno giovani come persona molto buona, disponibile. Assieme ad Amalia e figli aveva costruito una famiglia che ancor oggi, con le sue discendenze, è una delle colonne portanti del paese. Aveva un hobby inconsueto per il nostro paese, costruiva cesti, cestini e piccole gerle con i vimini che trovava su quella che oggi chiamiamo affettuosamente “Isola dei Salici”, collocata in mezzo al fiume proprio nella forra su cui si affaccia il nostro paese. L’isola, per la sua conformazione, per la grande disponibilità d’acqua per le radici, si prestava alla crescita di vimini, giunchi e altre essenze arboree tenere. I bambini e ragazzi erano tenuti lontano da quest’isola, anche con “pràvze” (racconti) a volte inquietanti. Genio si attivava nei periodi in cui in fiume era in magra e poteva tranquillamente attraversare il bordo della rosta che formava il laghetto di alimentazione del mulino e senza bagnarsi gli scarponi. Tornava a casa con fasci di giunchi, li trattava e si metteva subito all’opera. I manici dei cesti avevano avuto precedentemente il loro trattamento, con la curvatura del legno. Genio, munito di precisi ed elementari attrezzi, riusciva a dare forma ad una varietà assai ampia di ceste, cestini, portapane, gerle piccole, medie e grandi. I suoi prodotti erano richiesti non solo in paese, ma anche in altre località del circondario.