È sorprendente quanto l’abbigliamento si sia evoluto nel corso dell’ultimo secolo. Anche in paese ci sono state, e ci sono, molte persone eleganti, particolarmente attente al modo di vestire, nella cura di ogni aspetto della propria persona e, facendo un paragone tra il ieri e l’oggi, possiamo notare differenze importanti. Per quanto riguarda le signore, è sparito il fazzoletto nero, segno di lutto perenne, che aveva lo scopo di coprire i capelli dalla polvere dei campi, dell’orto e della stalla. Non sono più utilizzati i grandi grembiuli dalle capaci tasche al cui interno si trovava di tutto, spariti anche gli scialli per molte generazioni considerati elementi di decoro. Le gonne arrivavano sempre sotto il ginocchio, mentre le scarpe erano generalmente povere fin quando la situazione economica non ha invertito la tendenza verso il benessere. Oggi molte ultrasettantenni oggi si vestono come ragazzine, non facendo attenzione allo scorrere inesorabile del tempo. È l’era dei giubbotti, dei jeans strappati, di maglioncini con aperture appositamente studiate per esibire tatuaggi. Tramontata l’euforia della minigonna anni ’70, oggi si punta più sugli abiti attillati, capaci di risaltare le forme del corpo. Certo, è un modo di vestire libero, le regole di un tempo sono saltate. Diciamo che cento anni fa il vestire omologava, mentre oggi rende liberi. Domani ci occuperemo dei signori.