16.01.2022, Viandanti e terapeuti (2/2)

    Tali persone spesso erano di sesso femminile, vivevano emarginate, malvestite, trascurate, denutrite, abituate ad esprimersi con una gestualità fuori dal comune, abituate a parlare da sole. A volte si proclamavano “destinate” a tale ruolo di indovine o preveggenti, forse in piena attività in determinate notti dell’anno. Facilmente, dunque, finivano nell’oblio, considerate alla stregua di nemici della comunità. Anche in paese, in tempi abbastanza recenti, c’erano persone legate alla chiromanzia, alla lettura delle carte, della mano. Le seguenti migliorate condizioni economiche permetterono a queste persone di svolgere il loro lavoro con dignità, diventando assai popolari anche oltre i confini del paese. Nelle valli c’erano vari terapeuti e varie terapeute la cui attività, secondo certe ricerche pubblicate recentemente anche da “La Vita Cattolica”, era riconducibile ai riti del primo cristianesimo, quello di san Marco. L’evangelista –pochi lo sanno- arrivò ad Aquileia dopo aver fondato la prima chiesa cristiana in Egitto, ovvero proprio la comunitò dei Terapeuti, che costruivano i loro luoghi di culto in prossimità di acque sorgive, dolci, salubri, proprio come ad Aquileia, da dove iniziò la nostra storia. 

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