La generazioni nata fino ad una cinquantina d’anni fa è cresciute nel terrore della notte. Per capire la grande paura che l’oscurità provocava nei secoli passati è necessario fare anche una considerazione storica: la notte dei nostri antenati non era uguale alla nostra. Quelle notti ponteaccchesi non avevano alcuna luce che potesse rischiararle o interromperne la profonda oscurità, se non quella fioca di qualche candela accesa, poi di qualche lume a petrolio, quindi di qualche lampada al carburo e, infine dagli anni Trenta di qualche lampadina fioca, che si fulminava continuamente. Borgo Fulla ad esempio era spettrale: la lampadina dell’illuminazione pubblica era molto spesso spenta, non funzionante e questo fino agli anni Sessanta, non duemila anni fa. Anche la luce riflessa e rischiarante della luna, fra i suoi quarti e plenilunio, era portatrice di ansie e talvolta anche di paure nello sfondo inesplorato delle credenze, perché con il suo pallore apparteneva alla sfera dell’imponderabile, del misterioso e delle superstizioni …