Con l’avvicendarsi delle generazioni, il punto d’ingresso nel cranio si abbassò, così che potessimo guardare in avanti stando eretti, il bacino si allargò e si incurvò per ospitare i grandi muscoli dei glutei, gli arti inferiori si allungarono e il piede smise di essere prensile (presa sui rami), diventando una sorta di molla arcuata per assorbire il peso del corpo e fare da perno. Ecco perché, dunque, ci muoviamo in un modo unico, chiamato a “pendolo inverso”, lasciandoci cioè cadere in avanti, fermando la caduta con la gamba e usando il movimento dell’altra per raddrizzarci e poi sbilanciarsi di nuovo in avanti. Questo ci ha permesso di fare a meno del pelo e quindi di raffreddarci meglio. I nostri antenati poterono così iniziare a cacciare prede inseguendole fino a sfinirle, arricchendo la dieta di carne, favorendo così lo sviluppo del cervello. Il programma motorio umano è innato, essendo incluso nei circuiti cerebrali e nel midollo spinale. Camminare aiuta il cervello a funzionare meglio, migliora la creatività e l’umore, mentre combatte la depressione.