17.07.2021, Sprechiamo troppi alimenti

   Ogni domenica sera, quando esponiamo il bidoncino verde contenente i rifiuti alimentari, l’umido, affinché siano raccolti il lunedì mattina all’alba, ci accorgiamo del peso del contenitore. Certo, con le bucce di un’anguria, di uno o più meloni consumati nei giorni precedenti, si raggiunge subito il peso e il volume, al punto che l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno far provvedere allo svuotamento anche il giovedì mattina, almeno durante il periodo estivo. Siamo abituati bene, perché un tempo le bucce andavano ai maiali, assieme agli scarti di verdure, al frutto non più fresco o al ritaglio anche abbondante delle bucce di patate. In genere, nel mondo un terzo del prodotto globale di alimenti finisce nella spazzatura, quindi più di un miliardo e mezzo di tonnellate. Si tratta di uno spreco alimentare impressionante, che solleva anche problemi etici considerato che il flagello della fame nel mondo non è stato ancora debellato. Nel bidone finiscono quindi anche tonnellate di anidride carbonica utilizzata per la produzione, con significativi danni per l’ambiente. Si spende a vuoto un’importante risorsa che sfamerebbe i bisognosi. In EU la metà degli sprechi avviene in ambito domestico ed inizia dal surplus che si infila nel carrello della spesa, acquistato con il principio “Ma, non si sa mai che rimango senza…”. Una dipendente del Centro Commerciale Discount (CCD) ci ha confidato che a fine giornata l’invenduto del reparto gastronomia finisce del bidone, quindi neppure è diviso tra i dipendenti e questo secondo una rigida disposizione comune a tutti i negozi. Basterebbe applicare uno sconto del 50% dieci minuti dalla chiusura. Si formerebbe una coda di clienti mossi sia dalla convenienza, sia da ragioni morali. Una volta si diceva che sprecare cibo fosse peccato mortale. Possiamo iniziare tutti, ad iniziare dall’alleggerimento del bidoncino che porteremo comodamente domani sera davanti all’uscio di casa.

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