(Articolo di Elvira C./ parte 1 di 2)
Il Clintón è un vitigno ibrido a bacca nera americano, da cui ha preso nome l’omonimo vino rosso. Ne sono conosciute due varietà, il Clinton dal grappolo più regolare, cilindrico e più piccolo, con acini più regolari, dal gusto un po’ più morbido e il Clinto (grande Clinton) dal grappolo sparso, più grande e con acini più irregolari, più duro da bere e più produttivo. Vengono spesso vinificati assieme. Ha un’elevata resistenza al terreno acido e un’elevata resistenza alle malattie. Il vino ha un colore violaceo intenso che lascia una forte traccia nelle bottiglie e nei bicchieri, nonché una macchia particolarmente indelebile sulle tovaglie… Il profumo è forte e fruttato, ma non è gradito a molti. Come arriva questo vitigno in Europa? In Europa a partire dalla metà dell’Ottocento arrivano l’oidio, la fillossera e la peronospora, tre avversità che hanno cambiato la millenaria storia vitivinicola del continente e hanno portato alla estinzione di numerose specie autoctone. Già prima dell’Ottocento vi fu, tra il Vecchio Continente e l’America, un grande scambio di piante di viti tra produttori e collezionisti, scambio che può aver favorito la prolificazione di malattie della vite. Ad esempio, la fillossera era probabilmente già presente nelle piante americane, abituate a questi insetti che vivevano sulle loro foglie. Arrivati in Europa questi parassiti hanno incominciato ad intaccare anche le radici delle piante, facendole morire. La fillossera viene segnalata in Italia nei primi anni del ‘900, anche se probabilmente era presente già da prima, e tutti i tentativi che furono fatti per trovare un rimedio fallirono. Ad un cero punto si inizia a capire che le piante che venivano dall’America erano resistenti a queste malattie e quindi vennero importati in grandi quantità questi vitigni, che sono degli incroci naturali o creati dall’uomo. Il Clinton, conosciuto già nei primi decenni dell’Ottocento negli Stati Uniti con vari nomi, verso il 1870 incomincia a essere conosciuto con questo nome, che prende da una città dello Iowa. È stato il primo vitigno a essere utilizzato in Europa su grandi superfici, a partire dal sud della Francia. Aveva una buona produttività e resisteva a molti parassiti, quindi non necessitava neanche dell’uso di insetticidi e di sostanze chimiche.