L’altro ieri verso mezzogiorno è entrata in azione, nel campo tra il Centro e la cabina Enel, la spannocchiatrice, la mostruosa macchina semovente che raccoglie il grano, il sìarak. Era domenica, ma all’operatore sono bastati 15 minuti per “sistemare” il campo, per raccoglierne il prodotto. Chi ha osservato dalla finestra le operazioni meticolose e precise di questo macchinone, ha avuto l’immagine “ondulata” che ha riportato le fasi del raccolto a una cinquantina di anni fa: 1. entrava in azione una squadra di persone anche extra-familiari dove vigeva il principio dello scambio di favori; 2. si staccavano le pannocchie dallo stocco (fusto della pianta) e si inserivano nel cesto; 3. ogni 20 metri si creava un mucchio di pannocchie grazie ai cesti svuotati; 4. i mucchi si caricavano sul carro per trasferirli in una stanza di stoccaggio, dove la quantità di pannocchie raggiungeva facilmente il soffitto; 5. entrava nuovamente in azione la squadra composta da familiari e paesani che aveva il compito di separare alcune pannocchie con le brattee per fare le “kite” da appendere ai balconi delle case o alle travi dei solai e altre togliendo le brattee, lasciando il mais privo di stigmi (baffi) …