17.12.2022, La doccia (1/2)

   È il metodo più popolare per provvedere alla pulizia personale, inventato in Francia a fine Ottocento grazie a un medico che aveva escogitato un nuovo sistema ad acqua corrente per rendere puliti i detenuti di un carcere. I nostri nonni e bisnonni non si lavavano, a parte il periodo estivo durante il quale erano possibili i bagni nel Natisone. A differenza di questi tempi, mentre abbondano nei negozi interi reparti dedicati alla pulizia personale, allora non esistevano prodotti di cosmesi quali saponi per il corpo, oppure shampoo. I nostri avi utilizzavano una specie di sapone, una via di mezzo tra il duro e il cremoso, dal colore biancastro e lontano anni luce da riferimenti profumati. Questo prodotto era contenuto in una scatola di metallo ed era utilizzato inserendo nel suo interno tre dita. Nei mesi invernali i nostri antenati si lavavano generalmente a pezzi e tali operazioni si svolgevano per lo più in camera, considerato l’affollamento delle abitazioni. In camera c’era il catino e due brocche di acqua calda. Senza tanti complimenti, il catino era svuotato direttamente dalla terrazza, a mo’ di gavettone. La biancheria intima di questa stagione prevedeva mutandoni e canottiere di lana, molto spesso sostituita per effettiva necessità visto che la carta igienica doveva ancora nascere e i giornali in circolazione erano molto rari. Nel corso degli anni la pulizia personale ha fatto passi da gigante parallelamente alla consapevolezza di una maggior cura del corpo affiancata al taglio di capelli e barba. Si sviluppava così la necessità di un nuovo rapporto, della ricerca di una maggiore cura tesa a migliorare l’aspetto fisico e a favorire la distinzione tra le persone. Oltre al sapone di Marsiglia o ai cubetti di sapone giallo “Sole”, iniziarono a diffondersi le prime saponette profumate. Era iniziata una nuova era …

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