Nel Seicento i credenti friulani riuscirono a creare il mito di una santa inesistente. Lo abbiamo scoperto casualmente durante una ricerca in un archivio di Udine e pare sia stata oggetto di studio da parte di storici e ricercatori. Si tratta di santa Sabata o Sabbata, sante Sabide in lingua friulana. Un’aureola che non è contemplata nell’elenco ufficiale dei santi e beati della Chiesa cattolica. Una santa “inventata” dal popolo e diventata nel tempo assai popolare al punto che divenne uno dei nomi di battesimo assai diffusi fino alla fine del Settecento. Vista l’ampia ramificazione dell’influsso aquileiese, che raggiungeva le valli della Drava e della Sava, è molto probabile che anche nei nostri paesi si venerasse questa santa inesistente, ma con un chiaro riferimento al sabato, il giorno di festa degli ebrei. Nella stessa ricerca, siamo venuti a conoscenza che fino al Seicento, nelle Valli e nel resto del Friuli, il sabato era un giorno non lavorativo e a numerose bambine era imposto il nome di questa santa, Sabbata. Nei libri inquisitoriali di Udine e anche nei “libri dei morti” parrocchiali di vari centri delle valli, le Sabbata sono presenti fino agli inizi del Settecento. Probabilmente si tratta di un’influenza dell’elemento ebraico nelle comunità primitive giudaico-cristiane della nostra regione, area che ne trasuda di storia!