19.03.2022, Chi beve birra campa a lungo (2/3)

   Ai tempi dell’osteria, in paese si beveva la Moretti e l’immagine dell’uomo con il cappello e folti baffi bianchi era diventata familiare. Ancor oggi, nonostante la concorrenza di centinaia di etichette, la birra Moretti è considerata di tutto rispetto, con l’impiego di malto accuratamente preparato. Il malto è il risultato di una lavorazione a cui sono sottoposti i cereali come l’orzo: la pianta è fatta germogliare per poi essere essiccata. Il processo di “maltazione” è fondamentale perché permette di trasformare l’amido contenuto nei semi in zuccheri solubili in acqua. Il gusto finale della birra e le sue caratteristiche quali il colore, l’aroma e la corposità derivano proprio dalla qualità dei malti utilizzati e dai processi di lavorazione secondo ricette ben custodite in cassaforte. Si arriva alla creazione del mosto che sarà portato ad una temperatura di circa 60°. Si aggiunge quindi il luppolo in proporzioni differenti a seconda del tipo di birra che si vuole produrre. Nella fermentazione, gli zuccheri contenuti nel mosto sono trasformati in zuccheri. Ma c’è birra e birra. In una carta degustativa gli stili prodotti sono numerosi e una scelta sbagliata può rivelarsi disastrosa. Oggi il mondo della birra è dominato dai grandi marchi, circa 4.000, di cui la metà con sede in Europa. Per contrastare l’avanzata commerciale di altri grandi Paesi, sono nati i micro-birrifici, dove la birra e il confezionamento sono effettuati in casa. Il ventaglio dei prodotti finali è molto vasto: birre acide, molto dolci, addolcite con la frutta, aromatizzate con i lamponi o con ciliegie, pesche, caramello. Ci sono birre stagionate, giovani, da aperitivo, da digestivo o fine pasto. …

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