L’usanza della conservazione delle reliquie è molto antica, documentata dal IV secolo. Conobbe un vero e proprio boom a partire dalla fine del Cinquecento quando si pensò erroneamente che i resti trovati nelle catacombe dell’antica Roma fossero quelle dei martiri delle persecuzioni. Nel ‘500 partì un’autentica caccia alle reliquie, a volte false, una piaga che i pontefici tentarono di arginare senza successo. Le richieste divennero talmente numerose che i corpi, recuperati da “cavatori” autorizzati, erano ricomposti in appositi laboratori e spediti al mittente, rivestiti di tutto punto e trattati con la cera laddove fosse necessario. Lutero combatté con vigore questa pratica facendo distruggere tutti i simboli di natura malsana e contro natura. Centinaia di corpi di santi estratti dalle catacombe (Katakombenheiligen) presero la via delle Alpi, valicandole, e andarono a ripopolare che ne facevano richiesta. Non fu solo Lutero a distruggere le reliquie in Germania. Ci pensò nel Settecento anche la cultura illuminista. Nella dottrina ortodossa le reliquie del santo emanano fragranze di rosa!