20.01.2022, Inverni freddi (2/3)

     Nel lungo inverno ci si alzava presto e si andava a letto presto. E qui cominciavano i dolori. Le camere da letto erano dormitori ghiacciati, i materassi erano scomodi e le coperte scarse che coprivano ma non scaldavano. Spesso non riuscivamo a dormire e ci si metteva nel letto della sorella per scaldarci a vicenda. Il mattino, non riposati ed ancora intirizziti ci vestivamo in fretta e ci si lavava sommariamente con l’acqua ancora gelida, ammirando i begli arabeschi sui vetri delle finestre. Chi andava a lavorare, chi andava a scuola, chi rimaneva a casa (per i contadini era quasi un periodo di riposo). Pochi possedevano una giacca pesante o un cappotto. Solo i pochi che lavoravano in un ufficio, a scuola, lavoravano in luoghi confortevoli. Da anni praticamente non nevica più, non si va a sciare sul Matajur e i bambini non sanno cosa significhi salire trascinando la slitta fino alla chiesa e scendere a gran velocità fino al paese. Ricordo quando nel cuore della notte scendeva da Stupizza lo spazzaneve che rendeva possibile l’arrivo della corriera Rosina . Negli anni ’50 spesso la corriera arrivava solo fino a San Pietro e noi ci andavamo a scuola camminando a fatica nella neve alta, calzando le solite scarpe scalcagnate ed inadeguate alla stagione.

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