21.06.2020, Il temporale non combatte le allergie

   Per molte persone che soffrono ancora di allergia da polline, l’arrivo di un temporale, come quello di alcuni giorni fa, è visto come una benedizione perché “ripulisce l’aria”. Eppure, secondo i ricercatori, dopo la pioggia, molti starnutiscono più di prima. Nelle Valli ne gira di polline, per buona parte della primavera e dell’estate che inizia proprio oggi. Uno studio dell’Università di Udine, appena pubblicato ha effettuato esperimenti ed osservazioni filtrando l’aria in aperta campagna dopo le precipitazioni di varia entità. L’esame del contenuto dei filtri ha rivelato che la pioggia ripulisce l’aria, ma solo dal polline intero e non da quello spezzato. Con l’umidità il polline tende a gonfiarsi, a esplodere generando molti frammenti che poi sono così leggeri da restare in aria molto a lungo e così tanti da rendere difficile il loro abbattimento con la pioggia. Il risultato è che dopo il temporale l’aria è carica di pezzetti di polvere che, se inspirati, penetrano ancor più in profondità nei tessuti e nelle vie aeree di quanto faccia il polline intero, scatenando sintomi più gravi. I frammenti di polline possono restare sospesi in ariada 5 a 10 ore dopo la pioggia.

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