I lavoratori in “smart working” fanno risparmiare all’ambiente la bellezza di 8.000 tonnellate di anidride carbonica (fonte: ENEA), 1m,75 di PM10, parecchie tonnellate di ossido d’azoto. Questa soluzione innovativa, il lavoro da casa, ha anche i suoi detrattori. I ristoranti e bar oggetto delle famose colazioni italiane del mattino, o del caffè di metà mattina sono in crisi a causa dello “spopolamento” degli uffici e si tratta di una torta italiana di molti milioni di Euro e poi colpisce direttamente il gentil sesso: le donne costrette a stare a casa anche durante l’orario di lavoro, con il sottinteso presupposto che è necessario dare un’occhiata ai figli, fare le pulizia, preparare i pasti e tutte le restanti faccende domestiche. Il lavoro “smart” va gestito in modo corretto e rappresenta un’autentica opportunità per la parità di genere, ma in tempi di lock-down, con i figli a casa, diventa un autentico calvario anche per le continue interruzioni nella concentrazione.