Si poteva acquistare la grisiola a Cividale ed era venduta in grossi rotoli dal peso quasi irrilevante. Giunta a destinazione, la si stendeva sul pavimento da intonacare, la si tagliava a misura per consentire la sua precisa applicazione sulle travi che facevano da supporto. Il soffitto appariva come una rete perfettamente aderente alle travi. In paese operavano numerosi muratori e apprendisti, conosciuti in tutta la valle per bravura e competenza. Costituivano la forza-lavoro per la creazione di soffitti ed eventuali sottili “paradàne” (muri divisori) tra una stanza e l’altra. Il lavoro iniziava presto al mattino con un non-stop fino alla fine dell’opera. Due persone posizionavano la grisiola su quello che da lì a poco sarebbe diventato il soffitto, poi con la malta costituita dalla calce e sabbia del Natisone si procedeva all’intonaco. L’impasto appariva piuttosto consistente e le proprietà elastiche e resistenti della calce consentivano di svolgere un lavoro veloce e con ottimi risultati estetici. Divenne una tecnica di costruzione molto popolare. Anche nei giorni scorsi, durante i lavori di rifacimento della casa ex-Dusaci, si sono viste grandi quantità di grisiola.