23.08.2024 Gli atleti militari.

(Articolo di Elvira C.)

Si sono da poco concluse le Olimpiadi di Parigi, sicuramente non tutti le hanno seguite, ma molti avranno notato che la maggior parte degli atleti italiani fanno parte di gruppi sportivi militari e delle forze dell’ordine. Questi gruppi sono nati all’inizio del ‘900 come forma addestrativa dei soldati e quindi comprendevano le discipline ritenute utili all’allenamento militare. Con il tempo hanno subito una evoluzione, includendo svariati sport e diventando un sistema organizzativo e di preparazione d’eccellenza, che comprende circa 1.200 tra atlete e atleti, anche paraolimpici. Quindi far parte di un gruppo sportivo militare per una/un atleta non è importante solamente perché garantisce un sostegno economico – fondamentale per chi pratica uno dei cosiddetti sport minori, che non danno alcun tipo di remunerazione – ma anche perché permette di entrare in un sistema che assicura un’ottimale preparazione agonistica. Si entra a far parte di questi gruppi tramite concorso pubblico, a cui si può accedere solamente se si dimostra di essere un atleta che ha vinto gare di livello nazionale certificate dal CONI. Alla fine della carriera, si può rimanere all’interno del gruppo di appartenenza, ove possibile sempre in ambito sportivo oppure svolgendo le mansioni specifiche del corpo di cui si fa parte. Le quattro forze armate hanno il corrispettivo centro sportivo: Centro Sportivo Esercito, Centri sportivi agonistici della Marina Militare, Centro Sportivo Aeronautica Militare e Centro Sportivo Carabinieri. Le forze di polizia hanno i seguenti gruppi sportivi: Fiamme Oro (Polizia di Stato), Fiamme Gialle (Guardia di Finanza), Fiamme Azzurre (Corpo di Polizia Penitenziaria) e Fiamme Rosse (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco). Attenzione, non basta essere un’eccellenza per poter entrare in un gruppo sportivo militare, infatti un atleta della squadra maschile di ginnastica artistica non lo ha potuto fare a causa dei suoi tatuaggi… che si vedono indossando la divisa!

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