È stata per molti decenni un’autentica istituzione del nostro paese. Un organo amministrativo che provvedeva e provvede tutt’oggi alle necessita delle chiese di Ponteacco e Tiglio e della cappella in piazza. I suoi compiti, ora presieduti da Marcello, riguardano la gestione finanziaria con il pagamento delle bollette e dei premi assicurativi, le offerte e le donazioni, la manutenzione degli edifici e il rifornimento di materiale finalizzato alle celebrazioni: candele, guardaroba, particole, acqua che poi diviene santa, pulizia, fiori. Attualmente Marcello è coadiuvato da altre due persone. La prima ha una funzione molto importante perché coordina le pulizie, riceve le donazioni, si occupa di fiori e guardaroba; la seconda persona gestisce le campane e verifica la loro manutenzione. Il parroco dice che il nostro è un paese fortunato: la fabbriceria è un sogno anche per le vecchie parrocchie della valle, seguite da un volontario che ha un bell’impegno da svolgere. Un tempo la fabbriceria godeva un riconoscimento giuridico. Era costituita da 6 o 7 paesani “al di sopra di ogni sospetto”. Collegialmente decidevano sulla richiesta dei prestiti da erogare in paese e il loro rientro rateale, la quota degli affitti di campi e altri beni. Gli inadempienti erano direttamente deferiti alla Pretura di Cividale. “On je fabricijer”, lui è fabbriciere, era un indiscusso biglietto da visita.