Tonza Pocovaz, classe 1879, aveva uno spiccato senso per gli affari. Viste le condizioni economiche del tempo, non si trattava di grandi transazioni o clamorose compravendite, ma quando bastava per garantire alla famiglia un buon tenore di vita. Decise di aprire la prima osteria del paese, proprio nella casa in cui oggi abita Mabira della quale era il bisnonno. Il locale adibito alla mescita si sviluppava al piano terra, su tre stanze comunicanti tra loro, dotate di tavolini e sedie impagliate: la prima era quella d'”impatto”, la seconda era più piccolina, mentre la terza era destinata agli ospiti di riguardo. Il gestore e la famiglia utilizzavano lo spazio a destra dell’ingresso, dove si trovava la cucina. L’osteria non aveva un banco vero e proprio: si serviva principalmente il vino, attinto da bottiglioni riempiti in cantina, giù per ripide scale, poi era servito in caraffe di vetro di cui ci siamo occupati nelle “news” di ieri. Il locale aveva un bel giardino con ben due campi destinati al gioco delle bocce. L’osteria era sempre frequentata, non solo dai numerosi paesani del tempo, ma anche da chi si fermava lungo la strada statale, oppure utilizzava stazione del treno, lì a pochi metri …