25.10.2022, I cinghiali

     Nel corso di una passeggiata verso Mezzana, con l’intenzione di andare a raccogliere le proprie castagne sulla Jelencia o Makota, non è del tutto impossibile imbattersi in un bel cinghiale che ha avuto la stessa idea, il nutrirsi di castagne. Ce ne sono talmente tanti, da rendere questo rischio una specie di probabilità. Trovarsi davanti un bell’esemplare, magari di 150-200 chili, può generare panico poiché sappiamo che i due denti canini che spuntano all’insù dalla mandibola sono forti, affilati come coltelli e capaci di provocare un taglio netto su una superficie. La cronaca locale non riporta aggressioni verso gli umani, solo di episodi di incidenti stradali da investimento. Il territorio storico maggiormente popolato da questi ungulati è la zona che va da Azzida a Scrutto, dove ogni anno si fa la conta dei danni nel comparto agricolo. Qual è la motivazione etologica dell’espansione così massiccia del cinghiale? Sta nel progressivo abbandono del bosco e la sua conseguente trasformazione in boscaglia impenetrabile dove l’animale trova un nascondiglio ben sicuro. La femmina poi partorisce da ottobre a marzo 5-6 cinghialotti, facendo così lievitare la crescita a un ritmo esponenziale. I cinghiali visitano nottetempo anche i paesini immersi nell’oscurità, visitano i cimiteri il cui cancello è rimasto inavvertitamente aperto. Con il senso della vista poco sviluppato, ce la fa egregiamente a compensare tale difetto con un ottimo olfatto.

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