Riproponiamo un articolo di Francesco C. del 24 febbraio 2018.
Possono essere considerati almeno tre gli errori madornali eseguiti in paese, dei quali possiamo chiederci perché, a distanza di qualche decennio, nessuna mano ha fermato l’impeto di chi li ha creati. Il paese oggi avrebbe un’altra fisionomia. Negli anni ’60, in preda all’ossessione dell’ammodernamento, qualcuno ha preso la mazza e ha distrutto la bella vasca in pietra collocata sotto la colonna del leone. Era a due “vani”: nel primo si abbeveravano le mucche e nel secondo si lavavano i panni. E’ stato Remigio a provvedere al ripristino con la posa di una nuova vasca in pietra, molto più ridotta ma migliore di quella in cemento durata fino al 2001. Altro scempio, il secondo, può essere considerato la manipolazione della Cappella che, fino agli anni ’50, aveva le grate in ferro battuto a mano su tre lati e che sono sparite nel nulla. Mantenendole non ci sarebbero stati i problemi di umidità che oggi sembrano irrisolvibili. L’ultimo grave errore è stato l’abbattimento del grande gelso secolare collocato quasi in mezzo alla piazza, vicino all’ingresso dell’ex bar. Faceva ombra ad uno dei tre ciokì dove la gente si radunava numerosa. Il grande gelso poteva diventare un’attrazione così come lo è diventato il castagno secolare di Pegliano.