Il parroco è sconcertato. Sostiene che la sfera spirituale sia stata particolarmente “punita” dalle disposizioni legate alla prevenzione dell’epidemia. «Posso garantire non un metro di distanza da fedele a fedele, ma cinque metri quadrati per ogni singola persona che potrebbe assistere alla messa celebrata nella chiesa di San Pietro al Natisone. Eppure c’è il divieto», questo è quanto ci ha detto don Michele Zanon, sconsolato e perplesso perché la restrizione va oltre alla logica, perché al parroco non è riservata quell’autonomia di giudizio e di decisione su come far accedere i fedeli in chiesa. «Si vive alla giornata, si procede “a vista”, interpretando le norme e le richieste della CEI (Conferenza episcopale italiana)», ha aggiunto, confermando che l’appuntamento con il sacramento della Comunione previsto per fine maggio, è stato posticipato. Due sono le ragioni: la prima per la mancata preparazione dei comunicandi e la seconda per le prescrizioni relative alla frequentazione di cerimonie religiose. Se ne riparlerà per settembre, anche ci sono dubbi sulla fattibilità. Facilmente le prime Comunioni di quest’anno saranno celebrate nel 2021. Il catechismo è necessario e le canoniche non sono in grado di assicurare la debita distanza da persona a persona. Sulle opzioni c’è incertezza, la propensione è un bell’arrivederci al prossimo anno!