28.08.2021, L’incubo dei viaggi (2/3)

   Bastava una pioggia più abbondante, che dalle montagne si staccavano frane imponenti, capaci di cancellare tratti di quel po’ di strada che esisteva. Per raggiungere le odierne Stiria e l’Ungheria, regioni imperiali, ricche, dove la manodopera era richiesta e ben pagata, si affrontava l’incubo del viaggio, che per alcuni valligiani fu di sola andata. Fino alle fine del Settecento a nessun governo interessava investire cinque centesimi nel miglioramento delle vie di comunicazione. Alla Serenissima non interessava quest’argomento, essendo più concentrata sulle vie marittime e fluviali. Le poche carrozze erano scomode, si guastavano ogni momento e il viaggiatore concludeva la sua giornata sfinito, accolto se gli andava bene in qualche locanda o fienile, tenendo presente che altri ospiti infestavano i letti pubblici: cimici, pulci, piattole e pidocchi …

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