Si trattava di un guado non asciutto, con una profondità dell’acqua omogenea, dai 10 ai 30 centimetri al massimo, salvo le piene. Era un’alternativa molto utile alla passerella costruita dopo il bombardamento e la conseguente distruzione del ponte di Tiglio. Il guado era molto trafficato, specie da carri che trasportavano legname e prodotti dell’agricoltura. Il suo attraversamento, in condizioni di portata normale del fiume, era del tutto sicuro. Dopo ogni piena gli utilizzatori asportavano gli eventuali sassi, il pietrisco e la sabbia per renderlo sempre agevole. Lungo il Natisone si ricordano almeno 4 guadi di una certa importanza: 1. quello che collegava Stupizza all’altra sponda per raggiungere Montefosca, a valle dell’abitato; il guado di Pulfero-Cicigolis, di Tiglio-Tarcetta, di Orsaria-Leproso e di Manzano-San Giovanni. Un altro importante guado attraversava il Torre tra Manzano e Percoto, utilizzato fino agli anni ’60 dai nostri lavoratori, per lo più muratori, che lo attraversavano a volte schivando grandi rischi e all’inizio del boom economico a bordo di comode biciclette: Ponteacco-Percoto andata/ritorno al mattino e alla sera di 6 giorni su 7. Enzo ne sa qualcosa..