29.03.2025 Ricordi della vecchia osteria.

(Articolo di Evelino M. del 2018; parte 2 di 4)

Ricordo, inoltre, che anche Gianola di Tarcetta forniva la birra all’osteria di mia zia Diana; ricordo che, d’estate, portava con il suo carro trainato da cavallo, i blocchi di ghiaccio avvolti in sacchi di iuta che io credevo fossero prodotti a Cividale e mi impressionava come, in piena calura, lei riuscisse a consegnare i blocchi ancora ghiacciati e con un cavallo che, certo, non procedeva al trotto. Alcuni liquori erano forniti dalla ditta Comar di Gorizia, mentre il vino e altri liquori erano forniti dalla ditta Pio Timballo di Udine ( lo zio dell’attuale titolare della rinomata gelateria “Fiordilatte” in via Cividale a Udine, negli stessi locali dove allora era ubicato il magazzino). Pio Timballo, originario di Pulfero, era una persona molto gioviale e possedeva, negli anni ’50, la 1100 Fiat del periodo ( la predecessora della 1100L) con cui, nel 1958 insieme a mia zia Diana, Pio e Moz,di Pulfero,  andammo alle Terme di Salsomaggiore. Pio era un abituè di tale rinomata stazione di villeggiatura; ho ancora vivo il ricordo di quel viaggio con l’attraversamento dei paesi e delle cittadine e, in particolare, l’attraversamento del Po su un ponte di barche. Per le sigarette, tabacchi, cartine, fiammiferi ed altri generi di monopolio, ci si riforniva presso il Monopolio di Cividale, nella stretta Carl Alberto, dopo aver compilato un enorme foglio-lenzuolo con l’elenco di tutti i prodotti, indicando le quantità che, moltiplicate per il prezzo unitario, formavano un totale che doveva essere versato, detraendo l’aggio del 7 %, sul conto corrente postale; la ricevuta di pagamento doveva essere presentata insieme al foglio-lenzuolo per poter ritirare le merci che poi si trasportavano a Ponteacco con il carro della Gianola o con qualche trasportatore dotato di camioncino o con la Fiat 600 di mio papà Amilcare, acquistata nel 1956. (segue). nella foto di Evelino M. vediamo Diana davanti all’osteria nuova con Amilcare (a sinistra) e in giacca, a destra, Mario Mattelig (primo ferito della campagna di Grecia, corpo degli Alpini); il signore in camicia è un emigrato della famiglia Rossi ma non si conosce il nome).

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