(Articolo di Elvira C.)
Nella primavera del 1997, il Museo Archeologico Nazionale di Cividale ha effettuato degli scavi nel comune di Pulfero nella zona conosciuta come Celò, su segnalazione di un abitante. Sulla riva destra del fiume sono stati trovati due piloni di pietra, probabilmente resti di un ponte di epoca romana, mentre tra gli abitati di Cicigolis e Lasiz è stato ritrovato, nel bosco, un ripostiglio formato da una buca circolare di circa 47 cm di diametro e di una trentina di centimetri di profondità. All’interno di questa fossa sono stati trovati 43 oggetti di bronzo molto ben conservati, per un peso di circa 35 kg. Gli oggetti erano stati riposti in ordine e probabilmente contenuti in un sacco di pelle. Ci sono oggetti di vario tipo, tra cui asce, pezzi di asce, di falcetti e di spade e anche dei pani di bronzo, alcuni ancora interi. Questo ritrovamento testimonia l’importanza delle Valli del Natisone quale via di commercio, già nel periodo in cui sono stati fabbricati questi oggetti, tra il XII e l’XI sec. a.C. All’epoca, il bronzo era un materiale molto importante e prezioso, quindi questo sicuramente era un tesoro per chi, secoli fa, ha deciso di nascondere questi oggetti nella terra, pensando di riuscire a recuperarli. Ma come spesso succede, si accumulano e si nascondono ricchezze di cui qualcun altro godrà…
Nella foto: i reperti di Celò, ora conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Cividale.