C’erano ovunque nelle case del paese grafici con acronimi (sigle) riconducibili alla sfera religiosa come “IHS”, “GMB” (Gaspare, Melchiorre e Baldassarre) e “INRI” tracciate sulle porte delle stalle come dai Serafini e dai Bazavoni. Sembra siano stati intarsiati anche su alcuni mobili e sicuramente ricamati su stoffe. Tra i vari amuleti, un posto di rilievo era riservato all’Acqua santa presente in molte case e contenuta in boccette, bottigliette. In qualche casa c’era una piccola acquasantiera da muro dove si attingeva con le dita della mano destra e tracciare il segno della Croce come gesto di purificazione. Tutti ricordiamo l’importanza dell’ulivo, presente indistintamente in tutte le case e, spesso, anche sulla porta delle stalle o all’ingresso del campo. Era bruciato in piccole quantità nelle stufe anche d’estate, quando il cielo si faceva minaccioso. Con un rametto se l’Acqua santa si benediva la persona scomparsa. Crocefissi, immagini sacre, candele benedette, olio, rosari facevano parte della dotazione di ogni casa, tutti oggetti omologati dall’astuta gerarchia ecclesiastica del tempo.