31.08.2023, Le punture

Le iniezioni un tempo erano molto popolari. I medici le prescrivevano con disinvoltura e ogni colpo di tosse era accompagnato da una scatola di fialette. A dire il vero, anche il clisterino era una prassi consolidata in quasi tutte le famiglie: bastava poco per fare i conti con una peretta. Digerito poco? Febbriciattola? Subito un clistere, questo era il sistema consolidato. Per fortuna sono meno popolari anche le supposte: le case farmaceutiche hanno capito che “pararsi su un missile” non è poi così popolare e gradito. Tornando alle iniezioni, era necessario trovare la persona disposta a farle. In molte case del paese c’era la scatola in alluminio dove all’interno si trovava lo stantuffo e l’ago, molto simile a un chiodo. Non era facile per le persone disposte ad effettuare le iniezioni perché si trattava di un autentico impegno: momenti concordati, persone per casa, ansia. Molti ricordano la capacità di Delfina, che di punture in paese ne ha fatte a centinaia. La sua tecnica era collaudata: massaggiare energicamente la parte del gluteo da infilzare in modo da “anestetizzarla” e rendere meno doloroso l’atto dell’iniezione. In paese c’erano almeno cinque signore capaci e disposte a svolgere quest’importante contributo per la nostra società.

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