Secondo il racconto dei nostri nonni e bisnonni, coloro che partecipavano al sabba per la prima volta, dovevano abiurare la fede cristiana, rinnegare Dio, Cristo, Madonna e santi, dissacrare la croce, l’acqua santa, i sacramenti e omaggiare il diavolo presente in forma umana, animale o semi-animale. Secondo i verbali della “Santa” Inquisizione, le testimonianze estorte sotto tortura a Udine (e non solo), le cosiddette streghe confessarono ogni cosa, si addebitarono ogni accusa pur di porre fine al supplizio, compreso il rito della messa nera, l’adorazione di satana definendolo loro dio, con il bacio blasfemo, l'”osculatio ani”. Si innalzava una particola nera a forma triangolare e nel calice c’era del sangue vero. Alla fine del rito iniziavano banchetti che ben presto si trasformavano in orge, dove tutti si accoppiavano senza badare a età, esso, parentela, praticando soprattutto la sodomia e ogni sorta di perversione sessuale a cui partecipavano altri diavoli in forma femminile (succubi) e in forma maschile (incubi).