La nostra salute e quella del pianeta sono esattamente la stessa cosa e noi possiamo giovare all’una e all’altra scegliendo cosa mettere nel nostro piatto. Ci sarebbero cinque diete a favore dell’ambiente e della salute: la dieta mediterranea che riguarda tutti i Paesi che si affacciano sul bacino del cosiddetto “mare nostrum”, la “carnivoro-climatica” che si basa sulle risorse della caccia e del piccolo allevamento domestico, poi la dieta pescetariana, la vegetariana e la vegana. Tutte queste cinque diete sono in grado di limitare le emissioni nocive all’ambiente, come i gas serra e questo nonostante il fatto di abitare praticamente nel bosco. È anche una forma per arginare l’integralismo proibizionista di salutisti e dietologi che ci affamano per aggiungere anni alla nostra vita, ma togliendo nel frattempo vita ai nostri anni. Ci dobbiamo rendere conto che per salvare l’ambiente non basta inforcare la bici al posto dell’auto per andare a San Pietro, non è sufficiente comprare l’auto ibrida ricordandoci di spegnere le luci superflue. In effetti, non siamo solo semplici consumatori, ma produttori degli alimenti grazie alla nostra richiesta, a cui il mercato risponde. Ogni volta che mettiamo qualcosa nel piatto, compiamo un gesto molto complesso. Come dire, in poche parole e se si vuole, che la vera rivoluzione non si fa più con i vecchi forconi, ma con le moderne forchette.