12.09.2021, La cava di Barza (2/2)

   Prendendo il sentiero che inizia poco a sud-est della chiesa, dopo una decina di minuti di cammino si arriva sul sito di Barza, che oggi è visibile sotto forma di grande sbancamento e da due pareti -“salti”- di considerevole altezza. Era una cava organizzata dai paesani, con la supervisione del cementificio, una specie di filiale di quella ben maggiore. Al momento del bisogno, si utilizzava l’esplosivo fatto brillare dagli artificieri dell’impianto principale. I paesani impiegati recuperavano la marna, la caricavano sui carri trainati da cavalli, percorrevano la strada vicinale comunale che collega Ponteacco a Sorzento, ancor oggi costituita da una buona pavimentazione. L’attività estrattiva di questa seconda cava ha costituito, per una decina-quindicina d’anni, un valido supporto economico per le famiglie dei lavoratori impiegati a cottimo (remunerati in base al risultato ottenuto anziché in base alla durata del lavoro), i quali potevano svolgere sia l’attività di operai, sia quella di agricoltori. Oggi in località Barza sono ancora visibili le collinette di deposito della marna, trasformate in frutteti.

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