04.05.2022, Opinioni sulla guerra (2/2)

   In tutti questi anni di pace in Europa, oggi diciamo sconsolati: “Questo non può essere il presente, non può esserlo”. A trent’anni dalle vicende jugoslave, la potenza mediatica ha superato quella delle armi, sprofondandoci tutti in immagini e notizie di inequivocabile ferocia. Una signora due domeniche fa al Centro ha detto: “Mi rifiuto di guardare il telegiornale perché mi mette ansia e tristezza”. Ma fare finta di niente, voltarsi dall’altra parte è impossibile, mentre tra l’opinione pubblica cresce la posizione di europeisti non filo-americani, che hanno obiezioni da muovere alla NATO e alla sua capacità di stuzzicare, di gettare benzina sul fuoco. Se di tirannia moscovita si parla, questa è necessario combatterla con metodi alternativi alla guerra, con la profusione dell’etica democratica condivisa e l’invio di grosse quantità di armi non fa altro che esacerbare il panorama mondiale di fronte alla lotta senza quartiere che si sta svolgendo in tutto l’Est dell’Ucraina. Siamo smarriti perché la dialettica, la diplomazia, l’invocazione francescana del papa, come abbiamo visto non bastano.

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