18.06.2022, Una paura davvero bestiale

   Siamo tornati alle vicende di 30 anni fa, quando la Bosnia era devastata dalla guerra civile. Gli animali furono una componente (sottovalutata) della paura e la loro fuga dalle regioni in guerra provocò un rimescolamento dell’ordine faunistico a 360 gradi: la grande fuga per sottrarsi alla paura delle bombe, delle granate, dei traccianti. La scena si ripete: tra i tanti effetti tragici della guerra in Ucraina c’è anche la dose insopportabile di terrore vissuto dagli animali. Abbiamo visto gatti aggrappati al petto dei propri padroni, oppure ben protetti nelle borse e tantissimi animali selvatici in fuga, che cercano terreno dove questo è libero e che a sua volta allarga l’occupazione e la presenza. È un meccanismo che dura mesi, considerato che Ponteacco è un paese ben più vicino a L’vov che a Cattanzaro (Calabria). Ogni animale ha impresso nel proprio DNA il codice della paura, quello che inietta adrenalina nel sangue: noi umani temiamo i serpenti, i topi anche se cresciuti in gabbia i topi. Non esistono animali senza paura e il loro udito finissimo non fa altro che esasperarli, angosciarli, fino a farli fuggire lontano.

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