29.06.2022, Breve storia delle osterie del paese: il CRAL (2/2)

   Il CRAL di casa Cornelio ha lasciato una traccia profonda nella storia del paese. Per anni è stato un luogo di ritrovo alternativo alla vecchia osteria della Gorìza. Era gestito da Amelia, mamma di Roberto e Giuliano. Anche in questo caso si trattava di un luogo piuttosto austero ed essenziale. Era collocato a sinistra dell’ingresso, in una grande sala con due finestre a ovest, due a sud e due porte, una per gli avventori e una di servizio, quasi comunicante con la cantina. C’erano almeno dieci tavolini per una quarantina di sedie in totale.  L’ambiente aveva un aspetto “soffuso”, molto fresco d’estate considerato che l’edificio è in pietra; in fondo alla sala c’era il banco dotato di acquaio e alla parete un orologio a pendolo. La scelta di bevande, viste le migliorate condizioni economiche, era sempre più ampia. Oltre al vino e alla birra, c’erano l’aranciata, la spuma e negli ultimi tempi anche la “gazzosa” o l’acqua brillante. Il CRAL della famiglia Cornelio chiuse l’attività agli inizi degli anni ’60. Stava per concretizzarsi il futuro di un’importante impresa di autotrasporti che richiedeva maggiori spazi nello svolgimento del lavoro. L’edificio dell’attuale proprietario, Marcello, ancor oggi dalla maggior parte dei paesani è identificato come “Cral”.

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