I ragazzi di un tempo, oggi ultra-settantenni, erano conosciuti per la loro scaltrezza, per l’ampio ventaglio di soluzioni adatte ad ogni situazione pur di farla franca, pur di aggirare l’attenzione dei genitori. A 12-13 anni concedersi il “piacere” di una sigaretta fumata lontano dagli occhi indiscreti degli adulti, rappresentava una piccola conquista. Tutti avevano il compito di mantenere il segreto, pena l’espulsione dal gruppo. In pochi istanti, senza alcun WhatsApp, il gruppo si componeva, si compattava e si avviava verso la chiesa per l’”innocente passeggiata”. Il gruppetto si divideva in unità e ognuno affrontava le prime fonde del bosco a caccia della materia prima: la liana. Doveva essere costituita da un pezzo asciutto, secco. La natura di questa pianta infestante è data dalla parte interna cava, quando il midollo legnoso si asciuga o secca. Ed ecco pronto il prototipo dell’odierna sigaretta: bastoncini di uguale dimensione e lunghezza, molto simili a ciò che fumavano gli adulti. E all’esterno della chiesa, lato altare/sacrestia, iniziavano le grandi fumate…