Il duro lavoro nei campi, nei prati e negli orti è stato più volte sottolineato nella nostra rubrica dedicata alle notizie del paese e del nostro territorio. La siccità, come quella che abbiamo vissuto durante l’estate, ci mostra solo un aspetto della stagione, abituati com’erano i nostri nonni a sopportare a lungo il freddo e il caldo, la fatica e la stanchezza. Tra tutti i guai sopportati dalle generazioni che ci hanno preceduto, la siccità era la più allarmante perché da essa dipendeva il raccolto dei campi che assicurava la sopravvivenza delle persone e degli animali, specie a Ponteacco, dove la mancanza cronica d’acqua è stata una costante nel tempo. La siccità era considerata una maledizione, una punizione di Dio e ci si rivolgeva con insistenza alla Madonna o ai santi intercessori affinché facessero cadere sulla terra riarsa la pioggia rigeneratrice. La gente delle Valli, assieme ai propri sacertodi, si recava in pellegrinaggio alla chiesa di sant’Ilario, nei pressi di Robič, perché credeva nel potere del Santo di porre fine alla siccità. Invocavano «Sveti Uòlar, dajte ga!» (Sant’Ilario, datecela – la pioggia) …