L’attuale discussione nel mondo del lavoro generata dall’adozione o meno della settimana corta, da cinque a quattro giorni lavorativi a settimana, interessa anche i lavoratori del nostro territorio, sia occupati in aziende private, che pubbliche. Si intende un giorno in meno di lavoro alla settimana, 32 ore, senza modificare i parametri salariali e contributivi. Uno tra i vantaggi immediati è da ascrivere all’aumento del tempo dedicato al sonno, un’ora in più rispetto ai cinque giorni a settimana. La correlazione che esiste tra lavoro e sonno è ben conosciuta dalla comunità scientifica, ma anche dai singoli lavoratori, soprattutto per chi deve svolgere mansioni pesanti, oppure nel caso in cui la sede dell’azienda è lontana rendendo necessaria una levataccia per superare la distanza e l’ora di punta. Nel caso contrario, la riduzione del sonno causata da motivi di lavoro ha ripercussioni per la salute fisica e mentale. Un altro enorme vantaggio della settimana corta è rappresentato dal maggior tempo a disposizione per la propria persona, per la socializzazione. Secondo gli studiosi di fenomeni sociali, la settimana corta aumenterebbe la produttività dei dipendenti, più rilassati, più freschi, meno stressati durante l’orario di lavoro. Sebbene sia ancora prematuro prevedere la riduzione della settimana lavorativa per tutti, almeno tale proposta è oggetto di studio e prossimamente chissà se anche di esperimento. In ultima analisi, il progetto potrebbe avere esito positivo: settimana corta sì, ma a parità di livello di produzione per chi l’ha conquistata.