In breve tempo gli scolari erano in grado di scrivere, dopo aver riempito pagine di quaderno prima con le aste, poi a seguire con tutte le lettere, seguendo uno schema preciso. A Natale ogni bambino era in grado di leggere almeno i titoli delle principali fiabe. Se il metodo di cinquant’anni fa era standard e collaudato, oggi ci fa sorridere la famosa “h” che per stare in piedi, doveva prendere in prestito la “c” oppure la “g”, oppure la “m” che allunga la gamba davanti alle “b” e alle “p”. Le metodologie moderne sono varie e si applicano a seconda dei gruppi di classe e delle varie professionalità degli insegnanti. Sicuramente si tratta di metodi più vicini all’era digitale, che guardano forse con nostalgia il metodo “analogico” in vigore fino ad un paio di decenni fa, quando la bella scrittura costituiva voto in pagella.