L’Italia dell’immediato dopoguerra, alle prese con la ricostruzione e in situazioni economiche davvero difficili, vide la nascita di ben un milione di creature, mentre le emergenze del nostro tempo (cambiamenti climatici, pandemia, guerra, incertezza economica) hanno impresso un’ulteriore accelerazione al fenomeno della denatalità, a cominciare dalla montagna, dalle Valli dove i giovani se ne sono andati da tempo e al momento non esiste un fenomeno di rientro alle origini. Nei momenti di grande incertezza, alimentati magistralmente dalle martellanti notizie negative dei telegiornali e della stampa, tutti tendiamo a muoverci con prudenza e a rimandare le decisioni a tempi migliori, sperando che arrivino. In città è ancora più difficile ritagliarsi la propria autonomia: i giovani sono in difficoltà nel fare progetti per il futuro. Se non si ha un posto di lavoro economicamente stabile, è inutile andare in banca a chiedere un mutuo. Pensare di mettere al mondo un figlio? Impossibile! La coppia deve poter contare sullo stipendio certo, ben retribuito, invece oggi vive nella paura perenne di perdere il posto di lavoro, visti i contratti brevi, malpagati, rinnovi non sempre facili e con un’occupazione femminile ancora più precaria rispetto a quella maschile, infatti durante la pandemia migliaia di friulane sono rimaste senza lavoro. …