Le famiglie erano molto numerose e ci si adattava alla mancanza di spazi adeguati, nonostante una certa promiscuità perché le stanze abitabili erano poche. Si accedeva al piano superiore attraverso scale esterne. Non esisteva il bagno in casa e l’acqua corrente nelle abitazioni doveva ancora arrivare. La piazza era il cuore pulsante del paese e l’abitazione della Nora era un avamposto su tutto ciò che accadeva, dall’uso della poca acqua potabile della fontana fino all’andirivieni delle persone nella vecchia osteria. Ottobre era il mese del Rosario e quindi un’occasione per giocare a nascondino, a bida alta/bida bassa. Guardando le vecchie fato di Ponteacco, il paese sembrava “inselvatichito”, sprofondato in una grande arretratezza. Sulla strada principale che conduce in piazza, sulla sinistra, scorreva il patok (fosso) a cielo aperto; al posto del parcheggio, delle case di Ada e Ilva c’erano campi di granoturco, quasi in mezzo al paese. Un paese sotto certi versi irriconoscibile.