(Articolo di Elvira C.)
E’ appena passato il 24 giugno, giorno dedicato a San Giovanni Battista. La notte precedente, in molti Paesi si perpetuano riti antichi, legati probabilmente al solstizio d’estate, come l’accensione di fuochi o la composizione di mazzi di fiori selvatici, ma anche la raccolta delle noci, per preparare il Nocino. Le origini di questo liquore sono incerte e lo si trova, in varianti simili tra loro, in molti Paesi europei. Già in documenti degli Antichi Romani viene citato un liquore utilizzato dai Britanni, che si radunavano nella notte di mezza estate e bevevano dallo stesso calice un liquore scuro di noci. Nel tempo, il Nocino ha mantenuto un’aura di mistero, poiché legato ad un albero che per tradizione è luogo di divinazioni e di visioni, sotto cui si radunavano streghe e si facevano incantesimi. Sedersi sotto un noce ci permette di prendere contatto con le profondità, di avvicinare l’oscuro e il mistero, di rompere gli incantesimi, i confini e i tabù. Le noci devono essere raccolte, quindi, nella notte di San Giovanni, ovviamente da donne, e devono essere toccate solo con le mani, perché i metalli potrebbero compromettere la qualità dei frutti. Ci sono molte ricette, che cambiano a seconda dei gusti personali e delle varie zone d’Italia. Nelle Valli spesso si fa usando la grappa di vinaccia e un numero variabile di noci (sempre dispari) e zucchero, a seconda delle tradizioni familiari. In alcune zone aggiungono delle spezie, come la cannella o i chiodi di garofano. Le noci andrebbero raccolte in realtà in modo tale che l’interno non sia legnoso, ma ancora un po’ gelatinoso, in modo da riuscire a fare una tacca con un coltello, dove il frutto è attaccato al ramo. Questo permette di ottenere un liquore marrone, lucido, che emana tutto il profumo della noce, altrimenti diventa tannico. Bisogna tenere conto di questo poiché, con i tempi che corrono, bisogna purtroppo anticipare la data della raccolta ai primi giorni di giugno, perchè il giorno di San Giovanni le noci hanno già il gheriglio in via di formazione. La macerazione può andare dai 40 giorni ai due mesi, in alcuni posti per tradizione si filtrano le noci il giorno di Ognissanti. Una volta filtrato, il liquore andrebbe lasciato invecchiare almeno fino a Natale. È meglio servirlo ad una temperatura fra i 16 e 18 gradi e di solito si beve alla fine dei pasti; per una esperienza diversa, si può accompagnare con il Parmigiano Reggiano oppure metterlo sul gelato. E per finire: sì, la noce è una drupa. (Prima che qualcuno lo evidenzi…)