27.08.2024  L’incenso.

Domenica scorsa Don Alessandro ha celebrato la Santa Messa nella Chiesa di Santa Dorotea in modo solenne con l’uso dell’incenso per onorare la liturgia; da qui la curiosità di saperne di più. L’incenso è una resina proveniente da piante africane e indiane ed è stato per secoli una delle merci più richiesta nei commerci orientali. Ha molte proprietà anche mediche: antisettiche, espettoranti, rinfrescanti, aiuto per le articolazioni e la mucosa intestinale. Oggi la produzione è in netto calo a causa delle guerre che persistono nelle zone di produzione ( Somalia, Eritrea, Yemen) e per gli incendi e le malattie delle piante stesse; si prevede che tra una cinquantina d’anni non se ne troverà più. Certamente l’incenso ci riporta ai ricordi dell’infanzia, ai tre Re Magi e i loro doni –  oro, incenso e mirra – come simbolo di adorazione; nella Bibbia, il salire verso l’alto del fumo profumato simboleggia la preghiera dei fedeli: “L’alzarsi della nuvola d’incenso diventa simbolo della preghiera che si innalza fino a Dio” (Apocalisse di Giovanni salmo 140, 2).  Per la verità l’incenso è usato in diverse pratiche nelle varie religioni, infatti, per i buddisti, bruciare bastoncini d’incenso è segno di devozione e purezza. Per altre religioni e discipline aiuta nella meditazione e la concentrazione. In passato serviva anche a disinfettare e a coprire gli odori negli ambienti e chiese in cui i pellegrini giungevano da ogni dove; ancora oggi nella cattedrale di Santiago di Compostella si fa oscillare un enorme incensiera (il Botafumeiro) , alta più di un metro che attraversa tutta la navata centrale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *