Questo è il detto tradizionale che conclude un lungo periodo di feste e che apre ad un anno nuovo. La consegna del Pane di Santa Dorotea di ieri, nel mattino dell’Epifania, sempre gradito da tutte le famiglie, ha riportato il pensiero ai riti delle feste e ai tempi passati. Ringraziamo tutti i volontari che hanno organizzato e distribuito il pane di casa in casa.

Il segno della Festa in paese non era solo il “pane bianco” ma anche la gubana: uno stralcio da una poesia di Dino Menichini ne riporta il ricordo.
La fetta di gubana ci diceva il Natale, Epifania, il giorno del Santo Patrono San Floriano,
le cresime, le nozze… ma nel cuore non risarciva tutto il magro pane
masticato in silenzio per stagioni. Con sapienza le madri mescolavano noci,
pinòli e uva passa triturandoli a lungo nel mortaio, vi aggiungevano pane grattugiato,
casalingo liquore: disponevano infine il dolce amalgama nella striscia di pasta che attorcevano a farne una spirale
imperlata di zucchero con un segno di croce.
La gubana che portava profumo nel paese era festa d’un giorno
già sciupato dal nostro lungo attenderlo,
dal pensiero che ancora magro pane avremo masticato per stagioni.
La festa era per te recarmi la tua fetta di gubana
che spezzavo in due parti per offrirti a mia volta la più grande,
e non sapevi che tornando a casa avresti conosciuto la mia festa
in un dono per te: intera la mia fetta di gubana.