05.05.2020, Tutti cucinano.

  Anche le persone che in paese si erano convertite ai piatti pronti. I ponteacchesi si sono rimessi ai fornelli. R ci dice che sua moglie ha iniziato a fare il pane con risultati eccezionali. Un pane croccante, profumatissimo, che dura due e più giorni. E  questo è solo un esempio che riguarda un ritorno ai fornelli, ai prodotti da forno fai-da-te. Al mulino si vendono consistenti quantità di farina per pane-pizza-dolci e molti supermercati sono rimasti privi di Manitoba. Il cucinare “tiene su” il fisico (anche troppo) e il morale. Riscopriamo di avere un cospicuo patrimonio gastronomico, forse dimenticato o trascurato dalla vita moderna e frenetica e pronto a riaffiorare carsicamente, quasi a nostra insaputa. Ecco Enzo che va a caccia di camei, buonissimi, ecco i piatti che appaiono sui social fatti da M., da R. È un bene aver riscoperto il rituale del focolare domestico e quando le cose vanno un po’storte nulla come i rituali aiuta le persone a rimanere se stesse.  Visto che siamo una società sociale e socievole, non ci limitiamo a spignattare, sminuzzare, sobbollire, macerare, lievitare per conto nostro. Il gulasch, il pasticcio, la Wienerschnitzel, le patate in tecia, la carbonara li facciamo in streaming e non potendoci invitare, almeno ci passiamo le ricette, le foto, i consigli. Ma sì, il cibo rincuora, tonifica la mente non tanto il corpo, consola l’anima. E finché sarà vietato il “face su face”, almeno nel mondo della cucina rimanga il “face to Facebook”.

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