I mobili pregiati del nostro paese quali vintule, madie, testate dei letti, armadi e cassepanche erano fabbricati in noce o in ciliegio. Per le cassepanche più di qualche paesano possedeva splendidi esemplari creati con il legno di pero. Mobili eleganti erano anche quelli in castagno, mentre per le camere da letto era ricercato l’òntano il cui colore rossiccio conferiva al letto un’elegante tonalità, ravvivata anche con il trattamento di oli specifici. Le botti erano tutte in castagno, effettuate con l’assemblaggio di tavole sagomate (vedremo prossimamente il metodo utilizzato per la sagomatura) tenute assieme da anelli di metallo. Due o forse tre famiglie in paese possedevano delle botticelle piccoline, da 3-4 ettolitri al massimo, create con il legno di ciliegio. Erano utilizzate solo per il vino bianco. Il legno cedeva al vino bianco un lontano e gradito aroma del cuore dell’ossicino della ciliegia. I sommelier nostrani, che giravano di cantina in cantina per giudicare i vari vini, all’inizio del secolo scorso, utilizzavano una piccola ciotola per gli assaggi. Era chiamata “sklìada”, creata con il nocciolino, legno piuttosto ricercato anche per fare i pulentar, i bastoni di media lunghezza utilizzati per cucinare la polenta. Erano resistenti e non prendevano fuoco facilmente. Quella dell’utilizzo del bosco è stata ed è tutt’ora un’autentica civiltà le cui conoscenze andrebbero preservate, protette. Ecco perché abbiamo sottolineato l’importanza della stesura di un libro.