I nuovi social, quelli post-Facebook, non sono più solo semplici strumenti di comunicazione: rappresentano luoghi in cui gli utenti acquisiscono un’identità e la cementificano. L’identità dei Millennial, i nati indicativamente tra il 1990 e il 2000, seguiti dalla Generazione Z dei loro fratelli minori, affermano che la loro identità si mostra attraverso i social, ma si modella, come nella vita reale, per mezzo delle relazioni con gli altri. Le immagini di sé con cui i giovanissimi si raccontano, nascono sempre da un’interazione, dall’imitazione o dal semplice confronto con gli altri. Ci sono grossi limiti a quest’atteggiamento: giovani privi di esperienze elementari con un “io” plasmato sulle aspettative altrui con la conseguente impennata di atteggiamenti narcisistici e patologici. Insomma, molti giovani (forse il 10-11%) sono pronti a considerare comunità i social media tanto quanto i gruppi fisici come quelli che per esempio si formano nei paesi o nei quartieri. Un ipotetico black-out di Internet per 7 giorni? Ci sarebbe un’impennata di casi di suicidio.