Il 1° ottobre segnava anche l’avvio delle lezioni alla scuola materna del nostro paese gestita dall’ONAIRC, l’Opera nazionale di assistenza all’infanzia delle regioni di confine, con asili in FVG e SüdTirol. La maestra doveva presentarsi entro il 30 settembre. Scendeva dalla corriera alle 09:15 e la vecchia scuola diventava da quel momento la sua abitazione e residenza. La maestra, infatti, doveva risiedere anagraficamente proprio nell’edificio scolastico. Accolta dalla bidella, era accompagnata nelle aule e poi nel suo alloggio, al primo piano, vista nord-ovest, 3 finestroni altissimi, un materasso di 4/a mano, una stufa, un tavolino e un armadio. Questo era il “benvenuto” all’insegnante, spesso accompagnato da lacrime di tristezza. E Ponteacco era una scuola di lusso, in paese passava la corriera che dava quel senso di continuità e collegamento con il mondo esterno. Come potevano sentirsi le maestre di Prossenicco? Di Masarolis o di Montefosca? Spesso alloggiate in edifici lugubri, all’ultimo piano, indifese? Il primo giorno di scuola la maestra preparava un tavolino all’ingresso della scuola (di fronte alla cucina) e dava l’avvio alle iscrizioni: 20-22 bambini, poi 18-20, poi 15-18 fino alla successiva chiusura. Adattarsi al nuovo ambiente certamente non è stato facile per queste ragazze giunte nei nostri paesi anche da lontano.